PREISTORIA
Paleolitico - Mesolitico
L’Altopiano in antichità era una terra inospitale, frequentata solamente da cacciatori che vi si recavano probabilmente all’inizio della stagione estiva per poi ritornare ai loro siti stanziali nelle zone pedemontane o di pianura alla fine delle battute di caccia. I più antichi manufatti trovati in Altopiano risalgono a circa 40.000 anni fa e sono legati ai Neanderthal.
PROTOSTORIA
V-I sec. a.C. (età del ferro)
Il primo insediamento stanziale conosciuto in Altopiano risale alla seconda età del ferro e si trova a Rotzo: il Bostel era abitato dai Reti, una popolazione stanziata nelle Alpi Centro-orientali tra Italia e Austria. Dopo la sua distruzione, probabilmente ad opera dei Romani, non abbiamo più notizie di abitanti stanziali della montagna altopianese fino al basso Medioevo.
PROTOSTORIA
FINO AL MILLE
I sec. a.C. - X sec. d.C.
Per tutto il primo millennio d.C. l’Altopiano fu terra di visitazioni stagionali da parte di cacciatori e, soprattutto, di pastori.
È documentata una via armentaria che dal padovano passava per l’odierno comune di Lusiana-Conco, così come sono attestate presenze umane nei territori di Rotzo ed Enego.I CIMBRI
1000 - 1300
Attorno all’anno Mille, gruppi di coloni si spostarono dalla Baviera verso l’area veneto-trentina alla ricerca di fortuna portando con sé la loro lingua e la loro cultura. Non fu un’unica migrazione, ma un flusso migratorio durato alcuni secoli.
I CIMBRI
LA REGGENZA
1310
Poco dopo il 1300 i villaggi dei Sette Comuni trovarono una loro organizzazione stabile. Per rispondere alle esigenze della popolazione e per difendersi dai soprusi dei potenti della vicina pianura, questi villaggi si confederarono in un’entità sovracomunale: nacque così la Federazione dei Sette Comuni.
DEDIZIONE E PRIVILEGI
1327, 1387, 1405
Per tutelare la loro autonomia, gli altopianesi cercarono la protezione delle vicine signorie territoriali: in cambio della difesa dei confini settentrionali e di piccoli tributi, essi ottennero importanti esenzioni (i Privilegi) prima dagli Scaligeri (1327), poi dai Visconti (1387) e infine dalla Serenissima Repubblica di Venezia (1405).
DEDIZIONE E PRIVILEGI
INVASIONI
1487, 1508
Il ruolo dell’Altopiano nella difesa dei confini della Serenissima si dimostrò cruciale, come testimoniano gli eventi legati alle due invasioni asburgiche del 1487 e del 1508: entrambe le avanzate, pur saccheggiando e distruggendo i villaggi, cercarono di attraversare l’Altopiano, ma invano.
CONFINI TERRITORIALI
1500-1605
Per tutto il XVI secolo il confine settentrionale dell’Altopiano fu oggetto di dispute con gli abitanti della Valsugana. Una risoluzione definitiva arrivò solo nel 1605 con la Sentenza Roveretana. Importante testimone di ciò fu il vicentino Francesco Caldogno, autore di una celebre relazione sui passi montani (1598).
CONFINI TERRITORIALI
IL CATECHISMO
1602
Nel 1602, nel clima della Riforma Cattolica successiva al Concilio di Trento (1545-1563), il vescovo di Padova mandò alle stampe un catechismo in lingua cimbra rivolto alla popolazione altopianese. Ad oggi, questa è la prima testimonianza scritta del Cimbro dei Sette Comuni.
LA MILIZIA
1623
Sulla base delle indicazioni del Caldogno e su invito di Venezia, nel 1623 la Federazione dei Sette Comuni formò la Milizia, il primo strumento istituzionale di controllo e vigilanza militare del territorio che rimase attivo fino alla fine della Reggenza.
LA MILIZIA
LA PESTE
1631
Nel 1631 anche l’Altopiano fu colpito dalla peste. In ogni paese vennero costruiti lazzaretti e si moltiplicarono le forme devozionali per scongiurare il pericolo. La prima Grande Rogazione di Asiago risale al 1638 come segno di ringraziamento per la fine della pestilenza.
CAMBIAMENTI
XVIII sec.
Il ‘700 coincise con una fase di profonda trasformazione dell’economia tradizionale e della società: la povertà di risorse, l’incremento demografico e l’erosione di alcuni privilegi, come quello del Pensionatico (1765), causarono l’emigrazione di molti altopianesi. Emblematica in questo senso fu, a cavallo tra ‘700 e ‘800, la colonizzazione della Piana del Cansiglio da parte di famiglie di Roana.
CAMBIAMENTI
AGOSTINO DAL POZZO
1732 - 1798
Uno dei personaggi più illustri dell’Altopiano fu l’abate Agostino Dal Pozzo, cultore della storia e delle tradizioni dei Sette Comuni. Nel 1781 vennero alla luce nei suoi terreni i resti del villaggio del Bostel e fu proprio lui a seguirne gli scavi. La sua opera più importante, le “Memorie Istoriche dei Sette Comuni Vicentini”, venne pubblicata postuma nel 1820.
FINE DELLA REGGENZA
1807
Dopo la caduta di Venezia (1797) ad opera di Napoleone, l’Altopiano venne ceduto prima all’Impero Asburgico e poi incorporato nel Regno d’Italia napoleonico (1805). Come parte dell’opera di omologazione del diritto e della giurisdizione del Regno, vennero aboliti anche gli storici privilegi dei Sette Comuni, sancendo così la fine della Reggenza (1807).
FINE DELLA REGGENZA
STRADA DEL COSTO
1854
Dopo il Congresso di Vienna (1815) l’Altopiano tornò sotto il regime austriaco. A metà secolo venne aperta la strada del Costo, la prima via carreggiabile che collegava pianura e montagna. L’Altopiano smise così di essere isolato, fatto che comportò profonde ricadute economiche, culturali e linguistiche.
RISORGIMENTO
1848 - 1866
I moti del 1848 e la proclamazione della Repubblica di San Marco a Venezia videro la partecipazione di numerosi volontari altopianesi. Tra loro Cristiano Lobbia, futuro garibaldino e, dopo la Terza Guerra d’Indipendenza, deputato del Regno d’Italia.
RISORGIMENTO
LA GRANDE GUERRA
1915 - 1918
L’Altopiano fu uno dei fronti principali della Prima Guerra Mondiale. In seguito all’offensiva austriaca del 1916, la popolazione locale venne fatta sfollare rapidamente in pianura lasciando case e averi. Nei confronti dei profughi si verificarono casi di soprusi e discriminazioni, specialmente verso coloro che parlavano in Cimbro perché ritenuti tedeschi e quindi assimilati ai nemici.
DOPOGUERRA
Anni ‘20
Al rientro in Altopiano, nel 1920, i profughi trovarono uno scenario apocalittico: non solo i paesi erano rasi al suolo, ma soprattutto boschi e campi erano distrutti e disseminati di ordigni e cadaveri. Per sopravvivere senza le loro principali fonti di sostentamento, gli altopianesi divennero “recuperanti” e molti giovani furono costretti ad emigrare verso il Sud America e l’Australia.
DOPOGUERRA
IL FASCISMO
1922 - 1945
L’ideologia del regime fascista diede un altro duro colpo alla lingua dei Sette Comuni: il processo di italianizzazione forzata della Penisola a discapito degli idiomi e delle culture locali rese il cimbro ulteriore motivo di sofferenza e vergogna.
BOOM ECONOMICO
Anni ‘60 - ‘70
Il turismo di massa e l’edilizia degli anni ‘60 e ‘70 stravolsero l’economia e il paesaggio altopianesi. Da zona rurale arretrata, i Sette Comuni divennero un’area economicamente agiata. In questo nuovo contesto, il Cimbro veniva disprezzato in quanto emblema di quel passato povero, ormai abbandonato.
BOOM ECONOMICO
RISCOPERTA
1973
Già alla fine degli anni ‘60 si vide la prima rivalutazione della cultura tradizionale. Nel 1973 venne fondato a Roana l’Istituto di Cultura Cimbra, con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la lingua e la cultura cimbra dei Sette Comuni. Da allora, l’Istituto non si è mai fermato e prosegue ancora le sue attività culturali.